Restauro conservativo del portone della chiesa di San Giovanni Battista – Grottazzolina (FM)

 

Descrizione

Il portone misura circa m. 3,40 x 2,20, spessore mm 45, ed è diviso in quattro ante mobili più una fascia superiore fissa.
Le ante esterne dalla caratteristica forma a elle rovesciata sono incernierate direttamente sul portale, mentre le due ante interne, più basse ma più larghe delle ante esterne, risultano incernierate su queste ultime.
La struttura è stata studiata per rispondere a pieno alle esigenze della chiesa: durante le normali funzioni religiose vengono aperte solo le ante piccole centrali (bloccate da due catenacci), mentre il resto viene aperto solamente durante le ricorrenze solenni e/o il passaggio di grandi statue o quadri.
La struttura è costituita da uno strato “morto” interno in tavole di abete disposte verticalmente dello spessore di circa mm 2,5. A questo strato è sovrapposto uno esterno di circa mm 1,5, realizzato con tavole di legno di provenienza locale (non ben individuato a causa della forte alterazione cromatica), disposte sempre in verticale. Il tutto è rinforzato da cornici esterne che correndo lungo tutto il perimetro dividono lo spazio in sei riquadri, decorati da un’altra cornice più piccola con funzione esclusivamente estetica. Lo zoccolo è liscio. La connessione delle tavole è realizzata con chiodi forgiati, incassati e ribattuti sul dietro. 
Tutta la ferramenta ad esclusione di un catenaccio moderno rimosso durante il restauro è risultata essere originale e ancora perfettamente funzionante.

 Cenni storici

La porta chiude l’ingresso principale della nuova chiesa di San Giovanni Battista (ricostruita sulle rovine del precedente edificio romanico), la cui erezione risale al 1694 e si deve a falegnami locali. In un secondo tempo, con la costruzione dell’organo e della cantoria, si rese necessario abbassare l’apertura tagliandone la parte superiore che oggi rimane fissa. Nel lato esterno ancora sono presenti due grossi cardini in metallo che reggevano sicuramente uno sportello in legno, da tempo scomparso. In un periodo non precisato (forse nel 1926 durante i restauri che interessarono tutto l’edificio), vennero eseguite diverse riparazioni anche al portone, tuttora evidenti soprattutto nella parte interna.

Restauro

Prima di avviare il restauro vero e proprio si è provveduto al rilievo fotografico e dimensionale. Il manufatto si presentava in uno stato di conservazione piuttosto precario: Buona parte delle cornici, lo zoccolo e lo strato di tavole esterno era marcito, soprattutto nella parte bassa, normalmente più esposta all’azione del sole e della pioggia. Gran parte delle cornici si presentavano sollevate dal piano di appoggio, con le fessure risultanti riempite da stucco duro moderno. Il tavolato esterno era percorso da lunghe spaccature orizzontali e in diversi parti sconnesso dallo strato sottostante. Lo spesso strato di vernice indurita che ricopriva ancora le superfici meno danneggiate nascondeva in parte alcuni difetti, venuti alla luce solo dopo la completa sverniciatura. Diversamente tutta la ferramenta originale era in buono stato e perfettamente funzionale. Come prima operazione si è provveduto allo smontaggio delle parti mobili ed al loro trasporto nel laboratorio, ad eccezione della parte sommitale, che è stata restaurata in loco con il montaggio di un’impalcatura. Per tutta la durata dell’intervento si è provveduto al montaggio in loco di una chiusura provvisoria.

Fasi:

• Asportazione dello spesso strato composto da numerose mani di vernici indurite, ad eccezione della prima mano di fondo originale;

• Analisi delle superfici con individuazione e rilievo delle parti danneggiate da ricostruire o riparare; • Smontaggio della ferramenta originale e delle parti di legno danneggiate. Alcune parti di ferramenta moderna, fra l’altro di dubbia utilità, sono state rimosse definitivamente;

• Ricostruzione a macchina delle parti mancanti, con legno di rovere, simile per proprietà meccaniche al legno originario.

• Dopo opportuna pulizia e preparazione delle superfici, si è provveduto al rimontaggio degli elementi ricostruiti, con l’uso di chiodi forgiati, in parte recuperati nella fase di smontaggio. Ristabilimento delle connessioni orizzontali fra le tavole con elementi a coda di rondine;

• Pareggiamento di tutte le parti nuove con le vecchie con levigatura finale a mano e preparazione alla verniciatura;

• Verniciatura con applicazione di una prima mano di impregnante a base di olio di lino cotto in laboratorio. Trattamento antiossidazione delle parti metalliche;

• Rimontaggio dell’intera struttura nella sede originale. Fase di prova e messa a punto e completamento della verniciatura con due mani di vernice a base di olio di lino cotto e ossidi, rispettando la colorazione originale.

L’intervento è iniziato a ottobre del 2009 e si è concluso a gennaio del 2010.